La casa editrice Neri Pozza indice un premio per “scoprire i germi della letteratura, dell’arte e della poesia nel tempo presente” con il dichiarato scopo di “restituire dignità allo scouting editoriale, all’attività di selezione e valutazione dei talenti da parte delle case editrici”, attività “oggi minacciata su più fronti, in nome di una presunta libertà espressiva che rasenta spesso l’elogio del dilettantismo”.
Ora, a parte la giusta celebrazione per il centenario della nascita di Neri Pozza, e l’evidente volontà di voler contrastare l’avanzata del self-publishing (almeno così potrebbe leggersi quella minaccia data dalla “presunta libertà espressiva che rasenta spesso l’elogio del dilettantismo”) non si riesce ben a comprendere perché una casa editrice abbia bisogno di un premio per fare quello che dovrebbe fare in quanto casa editrice: scoprire e pubblicare inediti.