La vita non è bella (appunti)

Ne La vita è bella di Benigni quello che viene messo in scena, più che l’orrore dei campi di sterminio, è l’amore di un padre che fa di tutto per risparmiare al proprio figlio quell’orrore, fino ad arrivare al punto di mascherare la realtà, costruirne un’altra ad uso e consumo del piccolo.
In questo tentativo estremo di difesa, c’è qualcosa che lascia un po’ perplessi, ossia la forzata preservazione dell’innocenza (e dell’innocente) dalle storture e dagli orrori. Dinanzi all’indicibile, invece di mostrarlo e tentare di spiegarlo, il padre rinuncia alla sua posizione di maestro ed educatore per diventare complice di un gioco che, al pari di quelli dei bambini, ricostruisce la realtà fingendo che sia altra (e al punto tale che per il bambino diventa effettivamente altro).
Questo tentativo di mascheramento ha come conseguenza ultima il fatto che nel finale (finale in gran parte consolatorio: il padre muore, ma il bambino ritrova la madre), il piccolo esclami “Abbiamo vinto!”. C’è da capire chi sia quel “noi”: lui e il padre (di cui il bambino non conosce la morte)? Lui e la madre ritrovata? L’umanità intera uscita dalla guerra? E soprattutto, cosa si è veramente vinto?
Per quanto ben si comprenda la chiusa speranzosa e ottimista (tipica di un certo Benigni da svariati anni a questa parte ma che nel film risulta un tantino capziosa, quasi a dover di necessità dare una conferma al titolo del film), il tutto solleva comunque una domanda: se, ragionando per assurdo, a tutti i bambini imprigionati nei campi di concentramento fosse stata “mascherata” la realtà al punto da far credere loro che ciò che vedevano era tutto un gioco e che nulla esisteva per davvero, chi, oggi, conserverebbe quella memoria? Non sarebbero forse loro i primi negazionisti?
La malriuscita del film sta tutta in quel voler ridurre una storia (la Storia) all’ottica singola, e singolare, di un regista-sceneggiatore che, nella sua “poetica della bellezza”, costringe tutto all’interno di quel sistema consolatorio dove le contraddizioni si sanano, i contrasti si appianano e le tragedie si risolvono in commedie.

La vita non è bella (appunti)